Introduzione
Le cooperative rappresentano, senza dubbio, una realtà molto importante per l’economia nazionale; sono, infatti, più di 110.000 le cooperative presenti in Italia. Si tratta di una forma organizzativa molto interessante, questo perché è caratterizzata da alcuni principi fondamentali che la distinguono da qualsiasi altra forma di impresa: democrazia e partecipazione, mutualità, intergenerazionalità, apertura, solidarietà intercooperativa.
In particolare, le cooperative sociali sono circa 22.000 in tutta Italia di cui più di 1.000 si trovano in Veneto che è la regione del Nord Est (Veneto, Friuli – Venezia Giulia, Trentino – Alto Adige ed Emilia Romagna) che ne detiene il maggior numero.
L’Articolo 1 della Legge n. 381 del 1991 definisce le cooperative sociali come strumenti societari finalizzati al perseguimento dell’interesse generale della comunità, alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini da realizzare attraverso la gestione di servizi socio–sanitari e/o educativi (cooperative sociali di tipo A) o, in alternativa, lo svolgimento di attività diverse (agricole, industriali, commerciali o di servizi) finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate (cooperative sociali di tipo B).
Le cooperative sociali si inseriscono, quindi, nel settore socio assistenziale che è un settore estremamente ampio e variegato ma, soprattutto, in continua evoluzione/trasformazione sia per le variazioni apportate dalla Legge, sia per le mutevoli condizioni socio-sanitarie della popolazione. Basti pensare ai principali mutamenti che sono intervenuti nel tessuto sociale negli ultimi anni quali: l’invecchiamento della popolazione, la crescente presenza di immigrati, il crescente disagio giovanile e i mutati rapporti all’interno delle famiglie, soprattutto per quanto riguarda gli impegni lavorativi di entrambi i genitori, che richiedono supporti crescenti per l’assistenza ai figli.
La maggior parte dei lavoratori e, quindi, le figure professionali che caratterizzano questo settore operano all’interno dell’Area Operativa che è l’area che racchiude al proprio interno tutte le attività legate all’erogazione dei servizi offerti dalla cooperativa. In particolare, nelle cooperative sociali di tipo A l’Area Operativa si struttura in aree di intervento che definiscono la fascia di popolazione a cui sono rivolti i servizi erogati dalla cooperativa (minori, disabili, anziani, salute mentale, ecc.) che a loro volta si articolano in base alle specifiche strutture gestite (asili, centri diurni, comunità alloggio, case famiglia, ecc.) e/o agli specifici servizi offerti (doposcuola, assistenza domiciliare, ecc.).
Se da un lato tale organizzazione è, in linea di massima, comune a tutte le cooperative sociali di tipo A, indipendentemente dallo specifico ambito in cui operano, lo stesso non si può dire per le figure professionali che, infatti, variano a seconda della fascia di popolazione a cui sono rivolti i servizi, o comunque alla tipologia dei servizi offerti (socio-educativi, socio-assistenziali o socio-sanitari).
In particolare, le più importanti figure professionali che operano nelle cooperative sociali di tipo A sono quelle: del Responsabile di Area, del Coordinatore di Servizio, dell’Operatore Socio Sanitario, dell’Educatore Professionale, dello Psicologo, dello Psicoterapeuta, dello Psichiatra, del Neuropsichiatra Infantile, del Logopedista, dell’Infermiere Professionale, dell’Assistente Sociale, del Supervisore, dello Psicomotricista, del Mediatore Culturale e del Progettista.
Complessivamente nelle cooperative sociali di tipo A i laureati rappresentano il 38,7% dei lavoratori e si tratta soprattutto di laureati in Scienze dell’Educazione e della Formazione e, in parte, in Psicologia e in Medicina.
Non vi è dubbio, tuttavia, che le cooperative sociali stiano risentendo della crisi economica che, per questo tipo di realtà, vuol dire soprattutto il taglio, da parte degli enti locali, delle risorse economiche destinate alle politiche sociali. Ciò nonostante è altrettanto evidente che, rispetto alle realtà imprenditoriali appartenenti al settore manifatturiero, le cooperative sociali stiano risentendo certamente meno della crisi economica, soprattutto per quanto riguarda le conseguenze sul personale e le prospettive occupazionali.
Infatti, le ricadute occupazionali sono molto incoraggianti sia per quanto riguarda la propensione delle cooperative sociali ad effettuare assunzioni sia per quanto riguarda la ricerca di personale in possesso di un titolo di studio universitario. Negli ultimi anni è, infatti, cresciuta sia la percentuale di cooperative che hanno effettuato assunzioni sia la percentuale di assunzioni di laureati e anche le prospettive future confermano tale tendenza. In particolare, le figure più ricercate e che avranno le migliori prospettive occupazionali sono quella dell’Educatore Professionale, dell’Operatore Socio Sanitario e, in parte, dell’Infermiere Professionale e dello Psicologo; tutte figure, ad eccezione di quella dell’Operatore Socio Sanitario, per le quali sono richiesti titoli di studio universitari.
La società, in definitiva, sta diventando sempre più complessa e ciò produce nuove esigenze nel settore dei servizi socio assistenziali, richiedendo professionalità delle quali precedentemente non si avvertiva la necessità e per le quali, sempre più, è richiesto un titolo di studio universitario.
In tale contesto le cooperative sociali svolgono un ruolo estremamente importante mettendo a disposizione della comunità una grande varietà di servizi altamente specializzati in grado di soddisfare le più diverse esigenze. Servizi che sempre più richiedono l’impiego di figure professionali in possesso di titoli di studio universitario quali quelli in Scienze dell’Educazione e della Formazione, in Psicologia e in Medicina.
Inoltre, le cooperative sociali oltre a rappresentare una forma organizzativa molto diffusa sul territorio e molto importante per quanto riguarda la ricaduta occupazionale dei nostri laureati, risulta essere particolarmente interessante per la sua natura organizzativa dove i lavoratori (soci) sono anche, indipendentemente dal ruolo ricoperto, i componenti dell’Assemblea dei Soci e, quindi, sono coloro che hanno il compito di indirizzare l’attività della cooperativa. Si tratta, quindi, di una forma organizzativa di tipo partecipativo che, oltre a permette a chi ci lavora (soci) di acquisire competenze di tipo gestionale tipiche di chi è chiamato ad amministrare una società, risulta essere particolarmente appetibile per chi desidera avviare una propria attività.