Introduzione
Il settore assicurativo è articolato principalmente in due comparti: le aziende che forniscono servizi assicurativi e quelle che forniscono servizi di natura ausiliaria, quali agenti assicurativi, intermediari del settore, periti, liquidatori, ecc. Dei due comparti quello delle attività ausiliarie svolge principalmente compiti commerciali, di relazione con il cliente e di front office, mentre le aziende assicurative definiscono il servizio da offrire. Le due realtà sono strettamente legate tra loro ma sono molto diverse sotto molteplici aspetti: strutturali, organizzativi, per dimensioni e servizi.
La gestione assicurativa si divide in due rami: vita e danni. Se ne può esercitare uno solo o entrambi ma in tal caso la gestione e la contabilità dei due rami devono essere separate. Se operano nel ramo vita, le imprese gestiscono rischi attinenti la vita umana dell’assicurato: assicurazione caso morte, caso vita o mista. Se operano nel ramo danni, le imprese gestiscono contratti di natura indennitaria per il sinistro occorso. In questo caso il rischio è maggiore perché i danni sono di molte tipologie.
Nel campo delle assicurazioni esiste un’autorità che esercita funzioni di vigilanza che si concretizza nell’organismo IVASS (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni – ex ISVAP) presso cui, dal 1 febbraio 2007, è stato istituito il Registro Unico elettronico degli Intermediari assicurativi e riassicurativi (RUI). Il Rui fornisce una fotografia completa dei soggetti che operano nel campo della intermediazione.
Oltre al contesto istituzionale e regolamentare che sempre più obbliga le compagnie a comportamenti di conformità, garanzia, apertura e trasparenza, tanti altri sono i fattori che negli ultimi anni hanno scosso il settore assicurativo: la crescente internazionalizzazione, l’acuirsi della concorrenza, la sofisticazione dei clienti e l’accresciuta loro sensibilità al prezzo, il susseguirsi di fusioni, acquisizioni e join venture nazionali e internazionali, l’affermarsi di soluzioni tecnologiche sempre più sfidanti.
In tale scenario, ricco ed eterogeneo, in primo luogo si è registrata una marcata evoluzione di alcune professionalità tradizionali, l’Attuario e l’Addetto al Controllo di Gestione che vengono chiamate sempre più ad abbandonare la loro caratteristica tipicamente tecnica per spostarsi verso una visione più complessiva del business, infatti è interessante notare come oltre alle competenze tecnico-specialistiche tipiche, le imprese assicurative richiedano oggi competenze complementari legate all’ICT e capacità relazionali e cognitive.
Per l’area poi dello Sviluppo Prodotti, regno dell’Esperto in Marketing Strategico, le caratteristiche professionali richieste si concentrano non solo sulle “classiche” competenze di marketing, ma anche su competenze in legislazione (necessarie per la stesura e la comprensione dei contratti relativi ai nuovi prodotti), metodi statistici, capacità relazionali, capacità di analisi e problem solving.
Nell’ambito business delle imprese di assicurazione e nell’ambito commerciale delle agenzie di assicurazione, la figura attualmente più ricercata è il Consulente Assicurativo. Senza questa figura compagnie ed agenzie di assicurazione non potrebbero fatturare e questo è il principale motivo per cui la ricerca di giovani laureati che possano ricoprire questo ruolo non cessa mai. Non si tratta di un mero venditore, anche se spesso viene definito tale, perché il suo compito è prima di tutto quello di ascoltare il cliente, le sue necessità, esigenze e problematiche valutando, sulla base di una solida conoscenza delle caratteristiche tecniche dei prodotti, se ad esse la compagnia assicurativa può rispondere. Per questa professione ci sono molte reticenze da parte dei giovani dovute da un lato al non sapere quale sarà il proprio guadagno a fine mese – ed è forse per questo che alcune compagnie hanno scelto di assumere il consulente assicurativo direttamente come proprio dipendente a tempo indeterminato – dall’altro perché, come si diceva, la professione del consulente assicurativo è vista troppo spesso soltanto sotto l’aspetto vendita e quindi non tutti si sentono in grado di padroneggiare con freddezza e razionalità situazioni cariche di stress psico-fisico e capacità di negoziazione che si presentano all’ordine del giorno in questa professione.
Secondo le compagnie assicurative l’Università manca di corsi pensati ad hoc per alcuni dei profili citati, non tanto per quel che riguarda le competenze tecniche – come quelle attuariali, matematiche o statistiche – quanto per le competenze di business legate allo sviluppo del prodotto, che abbisognano spesso dello studio di best practices, casi concreti che si potrebbero affrontare e studiare con l’aiuto di esperti del settore in occasione di seminari appositamente pensati per lo sviluppo di conoscenze e competenze.
Per quanto riguarda il rapporto Assicurazioni – Università, questo è molto migliorato rispetto al passato; ad ogni modo, l’esigenza di creare rapporti permanenti con le istituzioni universitarie è sempre in costante crescita.