https://osservatoriolavoro-unipd.it/pubblicazioni/attivita-e-professionalita-nel-settore-chimico-veneto/ 14/10/2024 03:16

Introduzione

Il settore dell’industria chimica è l’unico settore economico che condivide la sua denominazione con una scienza, quella chimica, che, quindi, ne determina la caratteristica di “industria basata sulla scienza”. Tra industria chimica e scienza, quindi, c’è un legame fortissimo, infatti, se da un lato la scienza chimica studia le proprietà, la composizione, la preparazione, le reazioni e le trasformazioni delle sostanze, dall’altro lato l’industria chimica acquisisce le conoscenze scientifiche e, attraverso l’attività di ricerca e sviluppo, le rende disponibili sotto forma di tecnologie e prodotti che contribuiscono a migliorare il benessere e la qualità della vita. Di fatto, quindi, i prodotti dell’industria chimica sono dovunque, ma la loro caratteristica di beni intermedi, cioè di sostanze e prodotti che entrano nel processo produttivo di altre industrie che vendono al consumatore, non li rende sempre facilmente individuabili e conosciuti.

Elemento comune a tutte le realtà che operano in tale settore è, quindi, la centralità dell’attività di ricerca e innovazione. Nella chimica innovare significa soprattutto fare ricerca al proprio interno, mentre nel resto dell’industria si traduce principalmente nell’acquisto di impianti innovativi dall’esterno. Ciò deriva da una caratteristica peculiare del settore, perché la chimica è la scienza che studia la materia e il modo in cui cambiarla e, quindi, l’impresa che opera in tale settore non può limitarsi ad acquisire tecnologie dall’esterno, ma deve quasi sempre innovare il prodotto, cioè fare ricerca.

Un’altra caratteristica, connessa al contenuto tecnologico, riguarda l’elevata qualificazione e produttività delle risorse umane che è di gran lunga superiore alla media industriale non solo a livello europeo, ma anche in Italia. Di conseguenza, l’industria chimica può offrire opportunità di lavoro qualificato e ben remunerato, oggi e in futuro, alle giovani generazioni.

Particolarmente significativa è la presenza nel Nord Italia, dove si concentra il 78% dell’occupazione settoriale, in particolare in Lombardia. Il Veneto ricopre comunque un ruolo importante, infatti, accoglie il 9,3% delle unità locali delle imprese chimiche italiane e il 7,6% degli addetti collocandosi, quindi, al secondo posto in Italia per numero di unità locali e al quarto per numero di addetti.

È tuttavia innegabile che nell’ultimo decennio si sia assistito, sia a livello reginale che a livello nazionale ed europeo, all’indebolimento della chimica di base, ossia delle fasi a monte della filiera chimica, che, quindi, ha indirettamente danneggiato gran parte dell’intero comparto chimico producendo effetti a cascata sulla chimica a valla. Tale situazione è stata sicuramente determinata dalla crisi economica ma anche, come evidenziato da Federchimica, dall’alto costo dell’energia e da un contesto normativo penalizzante che impattano pesantemente sulla competitività delle aziende venete, italiane e più in generale europee in un mercato che ha visto l’ingresso di nuovi competitors, quali Cina e India, dove i costi dell’energia e del lavoro sono sicuramente inferiori ai nostri.

Ciò nonostante, l’industria chimica veneta e nazionale continua ad essere un settore vivo e dinamico che in questi ultimi anni sembra essere riuscita, se non a superare, quantomeno a bloccare gli effetti della crisi economica e, quindi, a ritagliarsi/conservare una fetta di mercato importante nonostante la forte concorrenza dei paesi emergenti. In tal senso le ricadute occupazionali emerse dai dati raccolti sono molto incoraggianti sia per quanto riguarda la propensione delle aziende ad effettuare assunzioni sia per quanto riguarda la ricerca di personale in possesso di un titolo di studio universitario.

La maggior parte dei laureati si inserisce nel Laboratorio che è l’area funzionale all’interno della quale viene svolta l’attività di ricerca e sviluppo, quindi, tutte le attività legate alla ricerca di nuovi prodotti e allo sviluppo di quelli già commercializzati dall’azienda, ma anche al controllo della qualità e all’ottenimento delle autorizzazioni per l’immissione in commercio (AIC) di determinati prodotti (farmaci, pesticidi, cosmetici, ecc.). È, senza dubbio, il cuore pulsante delle aziende chimiche ed è l’area che le caratterizza rispetto alle aziende che operano in altri settori.

Le principali figure professionali che operano in tale area funzionale (che sono anche quelle che maggiormente caratterizzano il settore chimico) sono, senza dubbio, il Responsabile del Laboratorio, il Responsabile Ricerca e Sviluppo, il Ricercatore, il Responsabile del Controllo Qualità, l’Addetto al Controllo Qualità e, quindi, il Responsabile Affari Regolatori. Soprattutto la figura del Ricercatore, ma anche quella del Addetto al Controllo Qualità, principalmente nelle grandi aziende, rappresentano le figure professionali d’accesso al mondo del lavoro per i laureati in Chimica, in Chimica Industriale, in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche in Farmacia, ma anche in Ingegneria Chimica e in Biologia, attraverso le quali maturare l’esperienza necessaria, oltreché dimostrare le capacità per crescere e, quindi, ricoprire ruoli di responsabilità, quali quello del Responsabile Ricerca e Sviluppo, del Responsabile del Controllo Qualità, del Responsabile del Laboratorio ma non solo. Si tratta, inoltre, delle figure professionali che, a detta delle aziende, nei prossimi anni avranno le migliori prospettive occupazionali, soprattutto per quanto riguarda la figura del Ricercatore che, quindi, è a tutti gli effetti la figura professionale chiave nelle aziende che operano nel settore chimico.

Anno di pubblicazione 2016
Autore Paolo Costa, Gilda Rota
Argomenti Chimica e farmaceutica
ISBN 978-88-6787-674-7
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