Dove e come lavora
Il Restauratore si inserisce nell’Area Ricerca, Cura e Gestione delle Collezioni e, in particolare, nel Reparto Collezioni di qualsiasi tipologia di museo; opera come dipendente del museo o come lavoratore autonomo ma, in ogni caso, sotto le direttive del Conservatore.
Cosa fa
Il Restauratore si occupa del restauro delle opere del museo o di una sezione a lui affidata e lavora in sinergia col Conservatore e con i tecnici del restauro. È un professionista in grado di definire lo stato di conservazione e degrado delle opere e mettere in atto un insieme di azioni volte a limitarne il deterioramento dei materiali costitutivi e assicurarne la conservazione, nel rispetto della normativa vigente. Il suo lavoro si articola in più momenti, che vanno dall’analisi dello stato delle opere fino all’intervento diretto su di esse. In particolare si possono individuare cinque fasi nell’attività del Restauratore: esame preliminare, progettazione, intervento, documentazione e divulgazione, ricerca e sperimentazione.
In prima battuta il Restauratore analizza ed interpreta i dati sulle tecniche esecutive, i materiali costitutivi (sia originali che dovuti a interventi precedenti) e lo stato di conservazione dei beni, eventualmente tramite prelievo di campioni e prime indagini diagnostiche. Secondariamente, redige la scheda tecnica prevista dalla normativa di settore, esegue una prima formulazione del programma diagnostico e definisce il progetto dell’intervento esecutivo di restauro sul bene, che potrà aggiornare in corso d’opera, e il piano di manutenzione, anche in relazione alle condizioni ambientali e microclimatiche e nel rispetto della normativa vigente, verificandone l’attuazione; pianifica le operazioni di imballaggio, trasporto e messa a deposito del bene, nel caso in cui sia prevista una movimentazione dello stesso; monitora le condizioni ambientali delle sale espositive e dei depositi, individuando eventuali misure da adottare per la miglior conservazione delle opere. Successivamente, interviene nell’individuazione dei contenuti fondamentali per la stipula di contratti con i committenti, pianifica poi tutte le fasi dell’intervento operativo, individua le risorse ed il personale da impiegare e le relative responsabilità, per le attività di loro competenza; assiste alla realizzazione di analisi diagnostiche complesse ed al prelievo di campioni, in collaborazione con i professionisti del caso; si occupa dell’allestimento del laboratorio/cantiere. Esegue quindi gli interventi di conservazione scegliendo le tecniche più idonee ed i materiali più adatti, assumendo la funzione di direttore tecnico dei lavori, dirigendo i tecnici del restauro e, in generale, tutti gli operatori coinvolti; effettua collaudi tecnici ed esegue il monitoraggio degli interventi svolti, anche partecipando alle ispezioni e ai controlli previsti dai piani di conservazione programmata. Inoltre, il Restauratore raccoglie e cura, eventualmente insieme al Registrar, la documentazione relativa agli interventi di restauro (anche tramite grafici, video, files, ecc.) e redige le schede conservative. Infine, si occupa di attività di divulgazione, come ad esempio attività didattiche e di comunicazione specifiche, oltreché di pubblicazioni, e partecipa a programmi di ricerca e sperimentazione su metodologie e tecniche di intervento, strumentazioni scientifiche e nuovi materiali per la conservazione.
Il Restauratore collabora con un team eterogeneo di professionisti, sia interni sia esterni al museo ovvero: conservatori, storici dell’arte, archeologi, funzionari degli enti di tutela, paleontologi, chimici, fisici, geologi e, in generale, con gli esperti del settore specifico di cui si occupa.
Formazione
Questa figura solitamente è ricoperta da diplomati presso un liceo artistico o istituto d’arte che poi hanno frequentato l’Accademia di Belle Arti o una Scuola di Restauro Statale; in alternativa, si tratta di laureati in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali, Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali, Chimica dei Materiali. Si invita ad approfondire la normativa nazionale che regola l’esercizio di tale professione e consultare il sito web del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (vedi Note).
Competenze tecniche
Il Restauratore ha un’ottima conoscenza di tecnologia dei materiali, tecniche di conservazione e restauro, storia dell’arte, metodi di ricerca e documentazione; possiede poi nozioni di chimica, biologia e fisica dei processi di deterioramento e dei metodi di conservazione. Il Restauratore ha, inoltre, la capacità di analizzare lo stato di conservazione dell’opera ed è specializzato sulla tipologia di manufatti su cui interviene: tessuti, dipinti su tela e tavola, dipinti murali, materiale ligneo, mobili, metalli, ecc. Deve poi essere in grado di intervenire direttamente sulle opere riproducendo materiali antichi e redigere relazioni tecniche delle varie fasi del restauro e/o linee guida per la cura e la manutenzione. Ha infine un’ottima conoscenza della normativa in materia di conservazione dei beni culturali, fondamenti di gestione e spostamento di opere e conoscenza di standard di qualità e sicurezza.
Competenze digitali e linguistiche
Per tale figura sono richieste competenze digitali da utilizzatore generico; può essere richiesta la conoscenza della lingua inglese ed eventualmente di altre lingue straniere.
Competenze trasversali, caratteristiche personali e disponibilità
Completano e caratterizzano tale figura un’ottima manualità, precisione e accuratezza, una buona capacità di organizzare il proprio lavoro e una buona attitudine al lavoro di squadra; deve avere capacità di programmare le proprie attività, di risolvere i problemi e lavorare in autonomia.
Note
Il Restauratore può lavorare come dipendente del museo o come professionista esterno, in base alle specifiche competenze tecniche che possiede e ai beni su cui è richiesto il suo intervento. Vi sono, infatti, molteplici specializzazioni per la figura del Restauratore, a seconda del tipo di bene e materiali che tratta: quadri, statue, mobili, oggetti lignei, metalli, libri antichi, monete, etc.
La figura del restauratore è disciplinata dal D. Lgs. n. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” e in particolare dall’art. 182 che, a sua volta, rimanda all’art. 7 del D.M. n. 294/2000 “Regolamento concernente individuazione dei requisiti di qualificazione dei soggetti esecutori dei lavori di restauro e manutenzione dei beni mobili e delle superfici decorate di beni architettonici”. Inoltre, citiamo il D.M. n. 86/2009 “Regolamento concernente la definizione dei profili di competenza dei restauratori e degli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro o altre attività di conservazione dei beni culturali mobili e delle superfici decorate di beni architettonici”.
Il Restauratore è una figura complessa e di responsabilità, sicuramente di alto livello, che si forma sul campo, dapprima ricoprendo ruoli più operativi, generalmente come Tecnico del Restauro, Quest’ultima è, infatti, la principale figura professionale d’accesso al mondo del lavoro nell’ambito del restauro per i neolaureati.
Per approfondire
Quaderno PHAROS n. 26/2019 “Attività e professionalità nel comparto turistico veneto”