Dove e come lavora
L’Avvocato svolge la sua professione da libero professionista, generalmente operando all’interno di uno studio legale, in forma singola o associata. Può lavorare anche come dipendente all’interno degli studi legali di grandi aziende.
Cosa fa
L’Avvocato è la figura professionale che si occupa di interpretare le norme giuridiche per assistere cittadini, imprese, enti e organizzazioni nello svolgimento di cause in tribunale (supporto giudiziale), e di fornire consulenza, pareri o redigere atti, contratti e altri documenti di tipo giuridico (supporto stragiudiziale). Di solito è specializzato in un ramo della giurisprudenza e del diritto (civile, amministrativo, penale, ecc.). In particolare, le attività svolte da questa figura sono quelle di: individuare e analizzare i problemi legali dei clienti, studiare i fatti nel dettaglio, predisponendo dossier di documenti e materiali utili per i processi, individuare i testi legali (leggi, regolamenti, ecc.) che consentano di elaborare una strategia di difesa dei clienti, richiedere perizie (mediche, tecniche, ecc.), redigere atti, lettere, memorie, accordi, contratti e altre tipologie di documenti giuridici, assistere e difendere gli interessi dei clienti durante le udienze, convocare testimoni e periti, partecipare ad arbitrati, offrire consulenza legale.
Formazione
Il percorso per diventare Avvocato si articola in tre fasi: il conseguimento della laurea magistrale in Giurisprudenza, lo svolgimento di sedici mesi di praticantato (pratica forense o pratica da avvocato) presso lo studio di un avvocato abilitato da almeno cinque anni (ed essere iscritti al registro speciale dei praticanti tenuto presso il Consiglio dell’Ordine di riferimento) e il superamento dell’Esame di Stato per l’avvocatura che consente di iscriversi all’Albo professionale degli Avvocati.
Competenze tecniche
L’Avvocato deve possedere ottime conoscenze del diritto civile, costituzionale, amministrativo e penale, del diritto commerciale e del lavoro, del diritto tributario, del diritto processuale civile e penale, del diritto privato e della deontologia forense. Deve, inoltre, conoscere e saper applicare le tecniche della ricerca giurisprudenziale, conoscere e saper portare avanti procedure di contenzioso. Infine deve saper redigere atti giuridici, accordi commerciali, contratti, comunicazioni di tipo giuridico-legale, ecc.
Competenze digitali e linguistiche
Per tale figura sono richieste competenze digitali da utilizzatore esperto, oltreché la conoscenza della lingua inglese.
Competenze trasversali, caratteristiche personali e disponibilità
L’Avvocato è una figura che deve possedere particolari caratteristiche di riservatezza, autocontrollo e di resistenza allo stress. Deve, inoltre, possedere capacità relazionali, organizzative, comunicative (sia per quanto riguarda la comunicazione scritta che orale), di negoziazione, di ascolto, di analisi e di sintesi.
Note
La pratica forense, o pratica da avvocato, è un tirocinio formativo obbligatorio che un laureato in Giurisprudenza è tenuto a sostenere per acquisire le competenze teoriche e pratiche necessarie per l’esercizio della professione, nonché per conoscere i princìpi etici e le regole deontologiche professionali, assistendo anche alle udienze civili e penali. La frequenza minima è di venti ore settimanali. Durante il praticantato è inoltre obbligatorio seguire un corso di formazione della durata minima di centosessanta ore, e partecipare a sessanta udienze (venti per ogni semestre), facendo annotare la propria presenza nel verbale e nel libretto della pratica.
Esistono, in alternativa, delle opzioni per sostituire la pratica forense: dodici mesi di Scuola di Specializzazione, dodici mesi presso l’Avvocatura dello Stato, presso l’Avvocatura Distrettuale dei Comuni o altri enti pubblici o presso gli uffici giudiziari, sei mesi di praticantato in uno studio legale in un altro Paese dell’Unione Europea o sei mesi di tirocinio durante l’ultimo anno di corso di laurea (nel caso ci sia una convenzione in tal senso tra la propria università e l’ordine forense).
Terminata la pratica forense è obbligatorio il superamento dell’Esame di Stato per l’avvocatura. L’esame per diventare avvocato consiste nello svolgimento di tre prove scritte ed una orale. I temi delle prove scritte vengono decisi dal Ministero della Giustizia, e consistono: in un parere motivato di diritto civile (il candidato potrà scegliere tra due questioni); in un parere motivato di diritto penale; nella redazione di un atto giudiziario, su un quesito che il candidato sceglierà tra le materie di diritto penale, diritto amministrativo, e diritto civile. Per quanto riguarda la prova orale, questa consiste innanzitutto nella dissertazione di argomenti nelle cinque materie scelte dal candidato, di cui una è necessariamente di diritto processuale. Inoltre, il candidato deve dimostrare di conoscere i diritti e i doveri dell’avvocato e l’ordinamento forense di cui fa parte. In caso di bocciatura, non esistono limiti di tentativi per ripetere l’esame e neanche limiti di età per diventare avvocato o rimanere tirocinanti.
Una volta superato l’esame per diventare avvocato, sarà possibile procedere con il giuramento presso il Tribunale e con l’iscrizione al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del circondario di appartenenza e alla Cassa di Previdenza degli Avvocati. Infine, sarà necessario aprire partita IVA.
Gli ambiti della giurisprudenza sono così ampi che è impossibile che un avvocato possa conoscerli tutti. Per tale motivo i professionisti legali decidono le categorie nelle quali possono specializzarsi. L’elenco dei settori di specializzazione, come stabilito dal Ministero di Grazia e Giustizia, prevede tredici macroaree:
1. diritto civile;
2. diritto penale;
3. diritto amministrativo;
4. diritto del lavoro e della previdenza sociale;
5. diritto tributario, doganale e della fiscalità internazionale;
6. diritto internazionale;
7. diritto dell’Unione europea;
8. diritto dei trasporti e della navigazione;
9. diritto della concorrenza;
10. diritto dell’informazione, della comunicazione digitale e della protezione dei dati personali;
11. diritto della persona, delle relazioni familiari e dei minorenni;
12. tutela dei diritti umani e protezione internazionale;
13. diritto dello sport.
Per conseguire il titolo di avvocato specialista in una delle materie sopra elencate, è necessario presentare domanda al Consiglio dell’Ordine di appartenenza, il quale provvederà a trasmetterla al Consiglio nazionale forense. In tale sede vengono accertati i requisiti di validità della domanda tra i quali rientra la frequenza dei corsi formativi indicati all’articolo 7 del Decreto Legge n. 144 del 2015; oppure, in alternativa, comprovata esperienza. Tale requisito viene analizzato dalla commissione in fase di colloquio, durante il quale vengono discussi i titoli presentati e la documentazione prodotta dai candidati.