https://osservatoriolavoro-unipd.it/figure-professionali/consulente-tecnico-per-la-gestione-di-sistemi-qualita/ 03/09/2025 22:57

Dove e come lavora

Il Consulente Tecnico per la Gestione di Sistemi Qualità si inserisce nell’Area Sistemi di Gestione Qualità e, in particolare, a seconda della sua specializzazione negli uffici Organizzazione e Sviluppo o Sicurezza o Ambiente o Energia di aziende di consulenza per lo sviluppo di sistemi di gestione per qualità, ambiente e sicurezza.

Cosa fa

Si tratta di una figura professionale in grado di operare a vari livelli nell’ambito delle problematiche riguardanti la garanzia della qualità e di fornire adeguato supporto metodologico e tecnico ai responsabili (interni ed esterni alle società) delle iniziative finalizzate alla certificazione. Questa figura fornisce consulenze al fine di progettare, implementare, sviluppare e mantenere sistemi di gestione per la qualità del sistema di produzione in base a ISO 9001, gestione ambientale in base a ISO 14001 e EMAS, gestione della sicurezza e salute dei lavoratori in base a OSHAS 18001, per la filiera agroalimentare in base a ISO 22000, per l’accreditamento di laboratori di analisi in base a ISO17025, per la responsabilità sociale in base a SA 8000. Definisce il sistema di qualità aziendale in conformità alle Norme ISO e pianifica le azioni necessarie al miglioramento continuo, redige ed aggiorna il Manuale Qualità e le Procedure Qualità; verifica la conformità delle procedure ai requisiti formativi; fornisce supporto alla direzione nelle attività di verifica; svolge verifiche ispettive e monitora l’attuazione delle azioni correttive; fornisce supporto alle funzioni tecniche nell’esame e deliberazione delle non conformità e monitoraggio delle relative azioni correttive e preventive; gestisce i rapporti con gli Organismi di Certificazione.
Se si tratta di un esperto nel settore della sicurezza, può essere chiamato a ricoprire il ruolo di Responsabile Sicurezza Prevenzione e Protezione (RSPP) per le aziende clienti. Il D.Lgs. 626/94 prevede infatti, tra gli obblighi di un datore di lavoro, quello di organizzare il servizio di prevenzione e protezione. Tale servizio, peraltro di fondamentale importanza per la sicurezza dell’azienda e dei lavoratori, è costituito da alcune persone nominate direttamente dal datore di lavoro, sia interne che esterne all’azienda, in possesso di capacità ed attitudini adeguate per l’espletamento del servizio. Tra queste è necessario che il datore di lavoro nomini il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP). Questa figura, collaborando e interagendo con i responsabili e con i lavoratori, è la persona più indicata per l’individuazione di tutti i pericoli e la loro valutazione. Svolge molte importanti funzioni, tra cui:
• individuare i fattori di rischio presenti in azienda, redigere il Documento di Valutazione dei Rischi e curarne l’aggiornamento;
• avvertire i responsabili ed il Datore di Lavoro dei rischi riscontrati;
• valutare i fattori di rischio ed individuare il programma degli interventi volti al miglioramento della sicurezza e della salubrità degli ambienti di lavoro;
• elaborare le misure preventive e protettive, individuare i dispositivi di protezione individuale più appropriati alla mansione e/o al lavoratore ed i sistemi di controllo di tali misure,
• elaborare delle procedure di sicurezza per le varie attività aziendali,
• proporre i programmi di formazione ed informazione dei lavoratori,
• partecipare alle riunioni aziendali periodiche indette per la gestione della sicurezza aziendale,
• organizzare e presenziare agli incontri tra il Datore di Lavoro, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza ed il Medico Competente;
• redigere ed aggiornare i Piani di Emergenza;
• curare l’addestramento degli addetti antincendio ai sensi del D.M. 10.03.98;
• fornire ai lavoratori le informazioni inerenti alla sicurezza in azienda, con particolare riferimento ai rischi presenti, alle misure di prevenzione adottate, alle procedure da eseguire in caso di incidente e/o di emergenza, ai pericoli connessi legati all’uso di certi materiali o sostanze o all’attività lavorativa da intraprendere.
Se si tratta di un esperto nel settore ambientale, diventa il referente principale per le strategie ambientali di un’azienda. Opera in collaborazione con il manager ambientale dell’azienda cliente o comunque con il diretto responsabile dell’azienda cliente per le strategie ambientali. Si occupa di tutto ciò che riguarda l’attività dell’impresa sul territorio: come eliminare sostanze nocive dal ciclo di lavorazione, come ridurre i rifiuti di lavorazione e le emissioni inquinanti o razionalizzare i consumi energetici. Dall’intervento sul processo produttivo la sua competenza giunge poi al prodotto che deve essere ecologico sia nelle caratteristiche sia nel confezionamento e nel riciclaggio. È anche un esperto di impatto ambientale, pertanto compie studi approfonditi sugli ecosistemi, coinvolgendo nella sua attività numerosi tecnici e professionisti. Svolge studi di impatto ambientale per il rilascio del giudizio di compatibilità, effettua perizie e consulenze tecniche di parte, progetta sistemi di bonifica e contenimento, progetta razionalizzazioni e gestioni delle risorse energetiche naturali. Redige la relazione sulla valutazione della compatibilità tra progetto ed ambiente che, per legge, deve essere presentata all’autorità competente nel momento in cui ci si appresta ad erigere un’opera che comporta conseguenze sul territorio.

Formazione

Per queste figure è ormai richiesta la Laurea o la Laurea Magistrale, soprattutto in materie tecniche-scientifiche: ingegneria, chimica, biologia, agraria, tecnologia alimentare, ma anche statistica ed economia.

Competenze tecniche

Il Consulente Tecnico per la Gestione di Sistemi Qualità deve possedere un’ottima conoscenza della normativa cogente ed in particolare:
• conoscenza e applicazione della norma UNI EN ISO 9000:2000;
• conoscenza e applicazione della norma OSHAS 18001 e delle altre regolamentazioni relative alla sicurezza (D.lgs 626/94 e successive integrazioni);
• conoscenza e applicazione delle norme UNI EN ISO 14000 sull’ambiente;
• conoscenza di altri modelli cogenti, di eccellenza e di responsabilità sociale: HACCP, bilancio ambientale, EFQM, AA accountability 1000, SA 8000, bilancio sociale, codice etico;
• conoscenza dell’approccio TQM, l’organizzazione aziendale e i processi aziendali.
Deve inoltre conoscere e sapere utilizzare le fonti informative essenziali ai fini della conduzione in qualità del processo produttivo. Più in generale, il Consulente Tecnico per la Gestione di Sistemi Qualità deve essere in grado di “vedere” una organizzazione come sistema qualità (SQA), vedere le relazioni tra il sistema qualità e l’ambiente naturale in termine di scambio, vedere le relazioni tra l’organizzazione e gli altri “sistemi umani” interni ed esterni all’organizzazione. Inoltre, deve essere in grado di applicare in modo sinergico l’insieme di conoscenze di cui dispone ad una specifica organizzazione, selezionando gli strumenti che, in via prioritaria, potranno rivelarsi strategici per l’organizzazione stessa.

Competenze digitali e linguistiche

Per tale figura si richiede un’ottima conoscenza del pacchetto Office, di Internet e della posta elettronica. La conoscenza di software di elaborazione dati costituisce titolo preferenziale. Si richiede, inoltre, una buona conoscenza della lingua inglese, con particolare riferimento al microlinguaggio del settore.

Competenze trasversali, caratteristiche personali e disponibilità

Completano e caratterizzano tale figura l’attitudine al problem solving, intraprendenza, orientamento al cliente, spirito d’iniziativa, precisione, accuratezza e meticolosità, riflessività, doti relazionali e di negoziazione; disponibilità a lavorare fuori orario, disponibilità a frequenti spostamenti.

Per approfondire

Quaderno PHAROS n. 15/2008 “Attività e professionalità nelle aziende venete di certificazione e di consulenza per lo sviluppo di sistemi di gestione per qualità, ambiente e sicurezza”